Fra le misure più attese del Decreto “Rilancio” i viaggiatori puntano al c.d. bonus vacanze…vediamo insieme in cosa consiste e come richiederlo
Una delle misure più attese dagli italiani dal decreto Rilancio è certamente quella relativa al famoso “bonus vacanze”.
Questa speciale agevolazione ha l’obiettivo di supportare concretamente il settore turistico (agenzie di viaggi, tour operator, alberghi, b&b e attività collegate) ed al tempo stesso incentivare i cittadini a trascorrere le proprie vacanze rigorosamente in Italia.
Trattandosi di una misura assolutamente inedita per il nostro Paese, già dai primissimi giorni del mese di aprile, allorquando si iniziò a vociferare di questo bonus, è partita subito una ossessiva caccia alle informazioni su internet.
Attendendo maggiori dettagli da parte del Governo e dalla Agenzia delle Entrate, vediamo intanto di cosa si tratta nello specifico, chi può beneficiarne e soprattutto come richiederlo.
IN COSA CONSISTE E CHI NE HA DIRITTO?
Il bonus vacanze è un credito d’imposta che lo Stato mette a disposizione di tutte le famiglie italiane che hanno una soglia di reddito ISEE non superiore ad € 40.000,00 che decideranno di soggiornare in strutture ricettive turistiche italiane dal 1° luglio al 31 dicembre 2020.
La quota di agevolazione (concessa ad un solo membro del nucleo familiare) sarà proporzionale ai componenti della famiglia, quindi sarà variabile.
Dovrebbe trattarsi in ogni caso di un importo fino a 150 euro in caso di single, 300 euro in caso di due componenti, e fino a 500 in caso di famiglie composte da 3 o più persone.
COME FUNZIONA?
Il bonus vacanze ha una duplice funzione: l’80% della misura è fruibile sotto forma di sconto sulla fattura, che sarà applicato direttamente dalla struttura (hotel, agriturismo, b&b, ecc.) mentre il 20% mediante detrazione fiscale che ogni nucleo familiare può esercitare sulla propria dichiarazione dei redditi il prossimo anno, in relazione al 2020.
In altre parole non occorre fare alcuna domanda online o richiesta particolare, basterà semplicemente indicare alla struttura, al momento dell’emissione della fattura (requisito fondamentale per accedere al contributo governativo), il codice fiscale del contribuente (all’interno del nucleo familiare) che usufruirà del bonus.

E’ evidente il beneficio economico immediato del cittadino che potrà contare su una sostanziosa scontistica per la villeggiatura, ma anche della struttura ricettiva, che si vedrà a sua volta rimborsato lo sconto applicato sotto forma di credito d’imposta e che potrà compensare per il pagamento dei propri oneri fiscali o cederlo alle banche.
LIMITAZIONI DI UTILIZZO
Uno dei requisiti per poter fruire del bonus è che dello stesso se ne benefici in un’unica soluzione.
Il bonus infatti non può essere frazionato su più prenotazioni ma deve essere utilizzato per la stessa.
Altra peculiarità, che sta suscitando molte polemiche, è il fatto che il bonus è spendibile solo mediante pagamento diretto in struttura o tramite agenzie di viaggio e tour operator.
Esclusi quindi i noti portali di intermediazione per le prenotazioni ed il pagamento degli alloggi, quali Booking o Airbnb, che auspicano una rapida modifica alla clausola del decreto rilancio già nelle prossime settimane.
Vi consiglio in ogni caso di contattare telefonicamente la struttura scelta e capire se ha intenzione di aderire all’agevolazione o rivolgervi direttamente ad agenzie di viaggio e tour operator abilitati prima di effettuare la prenotazione, al fine di evitare brutte sorprese al momento del pagamento!